mercoledì 16 settembre 2009

Freschi di stampa: La porta sulle tenebre

Una Roma da poco diventata capitale d'Italia, ma ancora profondamente legata al retaggio papalino, fa da sfondo al secondo romanzo di Massimo Pietroselli.
E il dissidio latente tra vecchio e nuovo è ben rappresentato dal contrasto di caratteri e di metodo dei due investigatori protagonisti: l'ex sbirro al servizio di Sua Santità dai modi ruvidi e spicci, Onorato Quadraccia, e il giovane, serio e riflessivo funzionario di polizia piemontese, reduce dalla guerra d'indipendenza, Corrado Archibugi.
Ad unirli, senza che ne siano ancora consapevoli, è la disillusione nei confronti del mondo. Ma se per l'uno questa è recente e nasce dalla bruciante esperienza del campo di battaglia, nell'altro è ben radicata in una dura esperienza di vita e di lavoro.
A metterli alla prova questa volta due cadaveri non identificati ritrovati uno nel Tevere, l'altro in aperta campagna. Ma mentre il primo, quello di una donna segnata dalla miseria, rischia, se non fosse per la rancorosa cocciutaggine di Quadraccia, di scivolare nell'oblio e rimanere senza nome e senza giustizia, il secondo inaspettatamente balza agli onori della cronaca mettendo a dura prova la silenziosa tenacia di Archibugi.
Un testimone all'improvviso ricorda particolari che richiamano i delitti che popolano le pagine di un feuilleton che sta tenendo con il fiato sospeso tutta Roma con i suoi effetti a sensazione.
La vita sta imitando la finzione o l'autore trae ispirazione da fatti reali? La polizia ha forse colpevolmente ignorato come inattendibile la dichiarazione spontanea di espatriato inglese tormentato da un passato inconfessabile?
La preda della caccia sembra essere un uccisore, forse seriale, di bambini, ma nel corso dell'indagine Archibugi si troverà a fare i conti con uomini, interessi e poteri le cui trame all'inizio non poteva neanche immaginare.
Se ad affascinare di primo acchito è la puntuale e vivace ricostruzione storica, nel corso della lettura si apprezza soprattutto la capacità del narratore di adeguare descrizioni e tono del racconto all'occhio e alla sensibilità di chi ne è il protagonista in quel momento.
Lo sguardo di Quadraccia e quello di Archibugi si alternano e ci accompagnano fino alla soluzione dei casi. Soluzione che pur nella consapevolezza di aver fatto fino in fondo, ciascuno a modo suo, la propria parte non lenisce l'amarezza e il disincanto nei confronti della vita e della natura umana.

Massimo Pietroselli, La porta sulle tenebre, Il Giallo Mondadori

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