martedì 22 settembre 2009

Classici: Disertore di coscienza

New Bradford, cittadina qualunque della provincia americana, consuma tranquilla i suoi giorni quando una sanguinosa rapina sconvolge il sonnacchioso tran tran in cui è immersa.
Autore del colpo un terzetto di sbandati, due uomini e una donna, bizzarramente assortiti, ma, ciascuno a modo proprio, feroce e imprevedibile.
Sorpresi e intrappolati dall' inaspettata reazione della polizia, per garantirsi una via d'uscita senza abbandonare la refurtiva, prendono in ostaggio una bambina, figlia di uno dei poliziotti locali.
Scopriranno presto a proprie spese di non poter contare sulla sua acquiescenza e remissività per cercare di cavarsela.
Non è, come sembrerebbe a prima vista, la trama di un nuovo film di Tarantino e neppure la sinopsi di un poliziesco anni 70 stile "Giustiziere della notte".
E', più sorprendentemente, il filo conduttore di uno dei romanzi tardi di Dannay e Lee, meglio conosciuti con lo pseudonimo di Ellery Queen.
Pare difficile immaginarsi qualcosa di più diverso dai mistery in stile classico degli inizi della carriera negli anni '30, in cui il loro eroe eponimo seguiva non troppo velatamente le orme di Philo Vance e del suo dandysmo intellettuale.
Ma l'evoluzione stessa del personaggio Ellery Queen, dal manierismo velato di ironia delle prime storie allo sguardo lucido e certo non consolatorio dei romanzi successivi, sempre più attenti all'osservazione dei cambiamenti, delle contraddizioni e dei lati oscuri della società americana, dovrebbe averci preparato a questo riuscito esperimento sulla scia del noir e del thriller cui avrebbe sicuramente giovato una nuova traduzione.

Ellery Queen, Disertore di coscienza, I Classici del Giallo Mondadori

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